L’ecologia politica ha sempre posto l’accento sulle misure a lungo termine, ma oggi i partiti ambientalisti al potere devono, a qualsiasi livello, fornire soluzioni d’emergenza che migliorino le attuali politiche sociali, economiche ed energetiche pensate per condizioni climatiche non più d’attualità. La presente serie di contributi riunisce testimonianze da Austria, Belgio, Croazia, Francia e Scozia, per illustrare in che modo i partiti ecologisti al governo stanno portando avanti, non senza decisioni difficili né compromessi, politiche volte a far fronte alla crisi nell’immediato senza abbandonare una visione più ampia di cambiamento.

In Belgio si assiste oggi all’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità, con il rischio di una crisi sociale senza precedenti. In caso vi fossero ancora dubbi, queste contingenze evidenziano ancora una volta che giustizia sociale e protezione dell’ambiente sono due facce della stessa medaglia.

Nel 2020, il 21,5 per cento della popolazione belga soffre di povertà energetica, intesa come l’impossibilità ad accedere all’energia essenziale a costi accettabili e allineati al reddito. A partire dallo stesso anno, i prezzi imposti alle famiglie dal principale fornitore belga di energia domestica sono aumentati vertiginosamente. Senza un calmiere sui prezzi, i titolari di contratti energetici a tasso variabile rischiano di veder duplicare o addirittura quadruplicare le proprie fatture. Dato lo stretto legame tra prezzi dell’energia e povertà energetica, ci si aspetta che un numero sempre più elevato di famiglie non sarà in grado di soddisfare i propri bisogni primari. Molti appartenenti alla “classe operaia” non riescono più a stare al passo con l’aumento delle bollette, e si rivolgono ai servizi di assistenza sociale in cerca d’aiuto. La situazione non farà che peggiorare man mano che scadono i contratti di energia a prezzo fisso.

La politica belga sta tentando di apportare soluzioni a diversi livelli (i Verdi sono nella maggioranza sia a livello federale, che nelle amministrazioni della Vallonia e di Bruxelles). Dal loro punto di vista, sono necessari tre tipi di misure: supporto energetico per gli individui e per le aziende, misure strutturali che garantiscano sia un aumento dei salari in linea con l’inflazione che una ridistribuzione graduale, e investimenti nella transizione ecologica. La sfida, partendo da finanze ristrette, è equilibrare le azioni a breve termine con l’accelerazione della transizione ecologica. Per soddisfare questo obiettivo di ampio respiro esistono due principali soluzioni: un supporto mirato alle aziende e alle famiglie per la rimessa a nuovo e la coibentazione di edifici e abitazioni da una parte, e investimenti in energie rinnovabili, mobilità sostenibile, e altri vettori del cambiamento dall’altra. I Verdi puntano a raccogliere i fondi necessari per attuare queste misure imponendo tasse sui profitti alle principali compagnie energetiche.

A partire dal 2021, l’adozione di una “tariffa sociale” ha portato significative riduzioni dei prezzi di elettricità e gas per le famiglie a basso reddito. Tramite l’intervento del governo, è stato introdotto un tetto sui prezzi a supporto di questa fascia della popolazione: lo Stato paga infatti al fornitore una parte importante dell’ammontare della bolletta. Il 20 per cento della popolazione belga che beneficia di questa sovvenzione è composto dagli individui più vulnerabili della società, ovvero gli aventi diritto agli aiuti sociali e coloro con un reddito annuale al di sotto dei 23.680,87 euro.

Anche le sempre più indebolite classi medie riceveranno aiuti statali come bonus, lo statuto di “consumatori protetti”, il divieto della sospensione dell’erogazione di gas ed elettricità e la fine dell’indicizzazione dei canoni di affitto per le abitazioni mal isolate termicamente. Inoltre, il sistema belga di indicizzazione automatica dei salari rafforza il reddito reale e aumenta la resilienza di fronte all’inflazione. Anche le aziende possono beneficiare di assistenza statale che le aiuti a far fronte agli alti costi energetici e all’indicizzazione automatica dei salari (che si attesta intorno al 10 per cento). In alcune circostanze, le aziende hanno la possibilità di mettere i dipendenti in cassa integrazione, rimandare il pagamento dei contributi o di altre spese, e richiedere aiuti sporadici.

I Verdi hanno anche contrattato investimenti nella transizione ecologica, nella forma soprattutto di investimenti offshore nell’energia eolica, e previsto modifiche agli edifici privati e commerciali per ridurre la dipendenza dal gas russo. Iniziare ad investire oggi è inevitabile, non solo per raggiungere i livelli neutri di carbone prefissati ma anche per riuscire a spendere meno in futuro. L’energia meno cara è quella che non utilizziamo.

All’interno di una situazione di crisi energetica e sociale, gli ecologisti belgi si vedono costretti ad accettare compromessi che vanno talvolta in direzione opposta rispetto ai loro ideali storici. Queste discrepanze sono particolarmente visibili in tema di uscita dal nucleare. Allo stesso tempo, il groviglio inestricabile di sfide ambientali e sociali che ci troviamo a fronteggiare oggi richiede agli ambientalisti di adottare una visione sistemica dei problemi attuali e futuri. Il faro da cui dobbiamo lasciarci guidare nelle scelte future si chiama giustizia sociale: occorre estirpare le disuguaglianze attraverso politiche economiche e sociali, distribuzione e redistribuzione dei profitti (in particolare attraverso le tasse), dando a tutti la “possibilità di vivere una vita dignitosa” (e non il “potere d’acquisto”) e puntando alla sostenibilità ambientale. Un percorso che è solo all’inizio.

Tradotto in collaborazione con la Heinrich Böll Stiftung Parigi, Francia