Da Helsinki a Brighton, i Verdi nei governi locali hanno lavorato a soluzioni durature al persistente problema dell’alloggio per le persone senzatetto, da un lato ispirandosi a politiche pionieristiche messe in atto nel mondo, dall’altro chiedendo un diverso approccio nella comprensione della questione e nelle risposte per affrontarla. Le proposte dei Verdi hanno portato a progressi significativi a diversi livelli di governo, ma la situazione attuale minaccia di far fallire questi sforzi. Anche se l’inizio della pandemia di Covid-19 è stato un impulso a trovare soluzioni, molte delle politiche che hanno affrontato la questione delle persone senzatetto sono temporanee e quindi suscettibili di essere ritirate, mentre i tagli ai finanziamenti imposti dalle politiche di ripresa rischiano di peggiorare la situazione.

Secondo i dati del Parlamento europeo, ogni notte più di 700mila persone dormono all’aperto in Europa. Questa cifra è aumentata del 70% nell’ultimo decennio, in rapporto all’aumento degli affitti in città, alla diminuzione del numero di case popolari e, anche, alle risposte dei governi all’impatto del crollo finanziario del 2008. A questi numeri si aggiungono poi i milioni di persone che vivono in alloggi temporanei, rifugi informali, divani e pavimenti di amici, familiari e conoscenti.

Il profilo delle persone senza fissa dimora varia in tutta Europa: è difficile avere un quadro chiaro, dato che non ci sono dati transeuropei. Un confronto dei dati nazionali rivela, comunque, che alcuni gruppi sono più a rischio di altri, e che questo quadro sta cambiando. I migranti senza documenti, per esempio, non hanno accesso alla protezione sociale e sono ad alto rischio in tutta Europa: in alcune città europee, come a Madrid, costituiscono oltre la metà delle persone che dormono in situazioni cosidette “irregolari”. Al contrario, in Portogallo, il 79% dei 1.386 senzatetto sostenuti dalla ONG Assistência Médica Internacional (AMI) è originário nel paese. In Austria c’è una crescente preoccupazione per l’impatto che può avere l’aumento degli affitti sulla “classe media” lavoratrice. Nel Regno Unito, un numero crescente di giovani sotto i 25 anni è diventato senzatetto. A Bruxelles, dati del 2016 ci dicono che delle 3.386 persone senza casa in città, il 35% viveva per strada, il 25% in alloggi temporanei e il 39% in alloggi definiti “inadeguati”.

La pandemia di coronavirus ha messo sotto i riflettori l’urgenza di affrontare il problema di coloro che vivono senza una fissa dimora, e i governi hanno preso misure senza precedenti per proteggere chi vive per strada dal rischio di infezione e di morte. Nel Regno Unito, per esempio, il Governo ha finanziato brevemente il programma “Everyone In” nel marzo 2020 per alloggiare i senzatetto negli alberghi che si erano svuotati. A Bruxelles, invece, chi non ha dimora fissa ha ricevuto dei “pass per il coprifuoco” che permettevano di stare per strada. A Parigi, i dati di Medici senza Frontiere dicono che quattro persone su dieci che si trovavano in foyer per i senzatetto sono risultate positive al Covid-19, con tassi che hanno toccato il 94% in una struttura in particolare.

Brighton: alleanze progressiste per politiche ambiziose

Negli ultimi sei anni, diverse “ondate” Verdi hanno attraversato i paesi dell’Europa occidentale e hanno portato più rappresentanti dei Verdi al potere a livello locale, regionale e nazionale. Queste nuove (e a volte più vecchie) amministrazioni Verdi e guidate dai verdi si sono trovate a dover affrontare il crescente fenomeno dei senzatetto come parte delle loro agende politiche. Per farlo, hanno spesso preso ispirazione da approcci innovativi alla fornitura di alloggi, costruendo al contempo servizi di ostelli di emergenza, creando più alloggi sociali e cercando di rafforzare i diritti delle persone che sono più a rischio di rimanere senza dimora.

Brighton e Hove, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, presentano molti dei problemi dalle città di mare, che hanno sofferto per la perdita delle industrie tradizionali e che oggi si ritrovano con un aumento del lavoro stagionale a bassa retribuzione nel settore turistico. Qui esiste una lunga lista d’attesa per le case popolari, centinaia di famiglie si trovano in alloggi d’emergenza e diverse persone dormono per strada. Durante la pandemia di Coronavirus, il Consiglio cittadino ha lavorato duramente per togliere i senza tetto dalle strade come parte dello schema “Everyone In”. Il consiglio locale è guidato da un’amministrazione di minoranza del Partito Verde dall’anno scorso, e la questione dell’alloggio e delle persone senza dimora fissa è una delle loro priorità.

David Gibson è co-presidente della commissione edilizia della città: spiega che l’amministrazione sta lavorando a diversi livelli, aumentando l’offerta di case popolari ed espandendo la disposizione “Housing First”. “Da quando siamo in Consiglio, abbiamo messo a disposizione più case popolari in un anno di quante ne abbia date la precedente amministrazione in quattro anni”, racconta.

Sotto i Verdi, il consiglio ha accelerato il suo programma di acquisizione di alloggi a Brighton, che vanno aggiunti a quelli che ha commissionato, usando un mix di prestiti e denaro proprio. “Parte del pacchetto è che dobbiamo affrontare il lato dell’offerta”, ha aggiunto Gibson. L’amministrazione è stata in grado di perseguire questa politica anche quando l’industria delle costruzioni si è fermata a causa della pandemia. Gibson spiega che come amministrazione di minoranza i Verdi lavorano congiuntamente con il Partito laburista su un programma comune sulla questione degli alloggi e dei senzatetto, per poter adottare politiche e assicurarne il budget e per mettere in agenda obiettivi più ambiziosi.

Il Consiglio ha, inoltre, acquistato molti degli edifici in migliori condizioni utilizzati per gli alloggi temporanei, con l’obiettivo di trasformarli in alloggi a lungo termine. Per esempio è stato recentemente acquisito un progetto di 38 appartamenti nella circoscrizione di Gibson: questo significa che questi alloggi, che sarebbero stati sul mercato immobiliare, ora vengono assegnati attraverso l’amministrazione.

Un “considerevole successo” per Gibson e l’amministrazione Verde è l’espansione del parco delle case del progetto “Housing First” da 20 a 60, con altre in cantiere che seguiranno. Basato sull’approccio sperimentato a New York negli anni Novanta, “Housing First” punta sul fatto che le persone che ne hanno bisogno possano contare su un alloggio stabile per poi risolvere o soddisfare altri bisogni, come la salute mentale o una dipendenza.  Si tratta di un approccio completamente opposto all’idea diffusa che prima di poter accedere a un alloggio bisogna aver affrontato gli altri problemi, cosa praticamente impossibile quando si vive in strada o in condizioni di instabilità.

L’espansione del progetto cade a pennello per Brighton e Hove: molte delle persone che hanno trovato riparo negli hotel in seguito alla crisi sanitaria sono esattamente coloro che possono essere aiutati attraverso Housing First. Resta il fatto che, senza un aumento dei finanziamenti da parte del governo centrale e con la prospettiva che il divieto di sfratto in Inghilterra venga revocato (il divieto è stato esteso fino a maggio), la situazione potrebbe complicarsi. Gibson prevede che il Consiglio avrà difficoltà ad ospitare tutti i bisognosi: “C’è questo problema a lungo termine:  senza finanziamenti, non possiamo avere  la prospettiva di risolverlo”.

Le barriere burocratiche minano le soluzioni di Amsterdam

Ad Amsterdam, sul problema dei senzatetto l’amministrazione guidata dai Verdi sta affrontando sfide simili con il Governo centrale, spiega Marijn van der List, portavoce di GroenLinks (Sinistra Verde). Nella capitale il problema delle persone senza fissa dimora è particolarmente forte e il Governo cittadino ha dovuto rispondere alla crisi del Covid-19: “Ci veniva detto di ‘stare a casa’. Ma come è possibile se non hai una casa? Tutta la contraddizione è qui”, nota van der List. In città la mancanza di alloggi blocca il sistema: “Vorresti che tutti avessero una casa il più velocemente possibile o un piccolo aiuto perché le persone possano per poter riprendere la loro vita normalmente, un po’ alla volta. Ma non ci sono case”, spiega.

A livello nazionale, le politiche anti-immigrazione approvate successivamnete dai Governi dei Paesi Bassi fanno sì che tante persone senza documenti e senza fissa dimora non possano accedere ai servizi.  Marijn ha iniziato a fare politica proprio attraverso l’opposizione a queste scelte (negare un alloggio o l’accesso a un sistema di asilo equo): “Le città hanno sempre fornivano un alloggio alle persone senza documenti”, spiega.

Esiste un programma nazionale che permette di accedere a un alloggio in cinque governi locali (tra cui Amsterdam) e l’amministrazione guidata dai Verdi ha aumentato i finanziamenti per espandere la capacità di accoglienza. Il programma fornisce un alloggio di 24 ore per circa 500 persone e un accompagnamento nelle pratiche di domanda di asilo. Inoltre, insieme ad altri partiti, stanno valutando l’idea di lavorare su una “carta d’identità cittadina” per i residenti di Amsterdam che includa le persone senza documenti, sul modello di New York, Parigi e altre città europee per garantire alcuni diritti base come la possibilità di avere un conto in banca e l’accesso ad alcuni luoghi. 

Van der List racconta la sua frustrazione: gli sforzi su scala locale non sono accompagnati da politiche del Governo centrale per ridurre le cause della carenza di alloggi o sul finanziamento ai servizi di salute mentale: “A volte è dura guardare a quanto denaro spendiamo per un sistema come questo che aiuta le persone solo quando hanno davvero toccato il fondo: se stai ‘troppo bene’ non sei aiutato”, spiega. Le lunghe liste d’attesa per accedere agli alloggi e le regole su base locale di accordo per i servizi rendono la situazione complicata, soprattutto per chi si è spostato in diversi luoghi. Inoltre, il welfare olandese scoraggia la condivisione dell’abitato e taglia gli aiuti a chi condivide una casa, compresi i genitori con figli adulti. Queste politiche, sviluppate a livello nazionale, complicano la gestione alle autorità locali. “Non puoi risolvere tutti i problemi a livello della città”, continua van der List.

I Verdi in Finlandia: sfruttare il potere nel governo per cambiare le politiche

La Finlandia è già uno dei Paesi in testa nella riduzione del problema della casa per le persone senza fissa dimora. Nel 1987 il Paese contava circa 18mila persone in situazione di precarietà abitativa. Il Governo, negli anni Novanta e nei primi anni Duemila ha adottato l’approccio “a scala” nel quale, in teoria, una persona senzatetto inizia un percorso che va dalla strada verso una struttura di accoglienza, poi verso un alloggio temporaneo e infine ad uno permanente. Questo approccio pero’ non è riuscito ad affrontare il problema dei senzatetto sul lungo periodo

Nel 2007, il Governo e alcuni comuni, tra cui Helsinki, hanno intrapreso politiche di “Housing First”: 1250 case sono state costruite o rese disponibili nelle città finlandesi per persone senza dimora fissa di lungo corso. I rifugi esistenti sono stati riconvertiti e il tutto è stato accompagnato da un lavoro di supporto alla salute e al benessere sociale.

In parallelo, il Governo ha migliorato gli sforzi nella prevenzione, continuando a costruire alloggi sociali per le esigenze generali. Nel 2017 si contavano 6.600 senza fissa dimora, oggi sono 4.600. Questi dati sono in netto contrasto con altri parti d’Europa: nel Regno Unito per esempio è stato registrato un aumento del 141% negli ultimi dieci anni.

Come parte dell’accordo con i cinque partiti che formano il Governo, i Verdi finlandesi hanno negoziato includendo l’obiettivo di dimezzare il numero delle persone che sono senza alloggio entro il 2023 e di fare in modo che non ci sia più nessuno senza casa entro il 2027.

Krista Mikkonen, della Lega Verde, è Ministro dell’Ambiente e del Cambiamento climatico ed è responsabile realizzazione della questione abitativa. Il Governo ha introdotto un nuovo programma di cooperazione sulla questione abitativa per i senzatetto che coinvolge lo Stato, i comuni, i fornitori di servizi e le Ong. Questo programma si concentra sulla fornitura di fondi e sul sostegno al lavoro delle municipalità sulla questione delle persone senza fissa dimora.  Inoltre, in parallelo, il Governo si sta muovendo per andare verso una legge che renda stabile la consulenza sugli alloggi: in questo modo ogni comune avrebbe il servizio obbligatorio, permetterebbe di accentrare i servizi e di intervenire per prevenire gli sfratti e di negoziare su questioni come gli impagati sugli affitti.

Come è il caso in molti paesi, il fenomeno delle persone senza fissa dimora  in Finlandia è concentrato nelle città e in particolare a Helsinki, dove i costi degli alloggi sono aumentati al di là della capacità di pagare delle persone. I Verdi finlandesi a Helsinki occupano le cariche di vicesindaco per la sanità e l’assistenza sociale e sulla questione degli alloggi. Il partito ha lavorato per integrare diversi servizi per aiutare le persone con bisogni diversi e complessi, come la questione dell’alloggio, della dipendenza e della salute mentale. Il gruppo sostiene il progetto “Housing First” come principio alla base delle politiche abitative. A differenza del modello newyorkese di “Housing First”, gli inquilini in Finlandia pagano l’affitto interamente da soli (attingendo al sistema di benefici) e i servizi sanitari e sociali relativamente ben finanziati fanno sì che ci sia meno bisogno delle grandi multi-agenzia di supporto usate negli Stati Uniti.

Progressi e prospettive a livello Ue

La questione dell’aumento dei costi degli alloggi in città è qualcosa su cui la deputata olandese di GroenLinks, Kim Van Sparrentak, ha lavorato in quanto relatrice per il Parlamento europeo sull’accesso ad un alloggio decente ed economico per tutti. Van Sparrentak ha redatto un rapporto che raccomanda al Parlamento una nuova legislazione europea (una fase chiave del processo legislativo nell’Ue). La relazione di Van Sparrentak sugli alloggi è il frutto di un anno di lavoro e copre una vasta gamma di questioni come l’accessibilità del costo, la questione dei senza tetto, la discriminazione, la speculazione, gli investimenti in alloggi pubblici e gli sfratti.

La raccomandazione principale del rapporto è la proposizione di un obiettivo a livello europeo per eliminare il problema delle persone senza fissa dimora entro il 2030:  il gruppo Verdi/EFA in Parlamento sta portando avanti una petizione a sostegno di questo obiettivo.

Van Sparrentak sostiene però che se i governi continueranno a seguire le politiche di austerità, questo obiettivo sarà difficile da raggiungere. “Le persone senza fissa dimora non sono un realtà immutabile e non vanno considerate come tali”, dice Van Sparrentak, sottolineando il successo ottenuto in Finlandia. “Le soluzioni esistono e dobbiamo avere il coraggio di investire e di adottare un approccio diverso al sostegno sociale”, aggiunge. La lotta del problema dell’alloggio ha degli appoggi in Europa e esistono modi per aiutare i governi nazionali e locali ad agire per affrontare le cause profonde del fenomeno, come la speculazione.

Il lavoro si basa sul Pilastro europeo dei diritti sociali, adottato dalla Commissione europea nel 2017. Il principio 19 riguarda l’assistenza abitativa e la questione dell’assenza di alloggi, e dà mandato all’Ue per lavorare sulla questione. La Commissione ha pubblicato il suo Piano d’azione ad inizio marzo 2021 e, anche se non il documento non è completo, si tratta di un passo importante. In parallelo esistono dei Piani per una “piattaforma di collaborazione” per gli Stati dell’Ue per lavorare insieme e condividere informazioni sulla questione delle persone senza fissa dimora. L’Ue può anche giocare un ruolo importante nel migliorare la qualità e la disponibilità dei dati e per sviluppare un quadro comune concettuale e un linguaggio politico per affrontare la questione dell’assenza di un alloggio.

Il rapporto di Van Sparrentak chiede, inoltre, che tutti gli Stati membri adottino una strategia per la questione dei senzatetto (con l’Ue che fornisce il coordinamento) e che la soluzione principale sia quella di fornire alloggi permanenti e sicuri: una sorta di implementazione di “Housing First” in tutta Europa, secondo Van Sparrentak.

L’intersezionalità è un altro aspetto fondamentale dell’approccio dei Verdi al problema dei senzatetto, con un’attenzione specifica per soddisfare le esigenze particolari di gruppi come i giovani LGBT e le donne: oggi, infatti, la fascia di persone che sono senza alloggio si è ulteriormente diversificata. Un’area in cui la Commissione potrebbe intraprendere un’azione più forte, secondo Van Sparrentak, è quella della criminalizzazione dei senzatetto. In Ungheria, per esempio, dormire all’aperto è un reato penale, e questo in violazione del diritto comunitario.

La grande sfida — ed è qui che l’Ue potrebbe, potenzialmente, avere il maggior impatto — è il lavoro sulle cause che agiscono alla base del problema e che fanno sì che le persone senza fissa dimora aumentino. Le politiche di austerità significano che oggi esiste un gap di 57 miliardi di euro negli investimenti in alloggi sociali e a prezzi accessibili in tutta Europa, e questo sta accadendo insieme alla privatizzazione degli alloggi pubblici e alla deregolamentazione del prezzo degli affitti negli alloggi privati.

“Assistiamo al fatto che tante persone sfuggono al sistema degli alloggi sociali e degli affitti privati e ne restano al di fuori”, spiega Van Sparrentak. Non sono in grado di accedere a uno stock di alloggi sociali in declino, né di permettersi un alloggio privato in affitto. I governi nazionali hanno certamente un grande potere per affrontare il problema dei senzatetto, ma anche l’Ue può giocare un ruolo in questo senso, sostenendo i governi nazionali e locali. Le regole fiscali dell’Ue sono ora particolarmente centrate sull’equilibrio dei bilanci e sull’eliminazione dei deficit: questo non permette il livello di investimenti necessario per gli alloggi e altre infrastrutture. Queste regole, pero’, sono state essenzialmente sospese fino al 2023 a causa della pandemia e potrebbero ispirare un atteggiamento generoso verso gli investimenti per aiutare le economie dell’Ue a riprendersi.

Ad un livello più ampio, l’Ue può aiutare ad affrontare il problema della speculazione edilizia. Grandi compagnie istituzionali come Blackstone hanno comprato diverse abitazioni e usato il valore delle case e il flusso di reddito generato dagli affitti per prendere in prestito altro denaro e comprare altre case. In pratica queste società possono guadagnare denaro dalla rivendita, dal reddito degli affitti e dal prestito: il tutto attraverso le obbligazioni.

L’Ue può usare il suo potere di agire sulle regole bancarie e finanziarie per avere un impatto, attingendo dalle politiche esistenti e dalla ricerca in corso. “Questa è una delle grandi questioni, il meccanismo che sta facendo salire i prezzi e causando la crisi degli alloggi”, dice Van Sparrentak. Nel 2019, l’allora relatore speciale delle Nazioni Unite sugli alloggi e il Gruppo di lavoro su affari e diritti umani scrissero a Blackstone sottolineando le loro preoccupazioni sul ruolo della società nella finanziarizzazione degli alloggi. Blackstone, in risposta, si difese energicamente.

L’entità del fenomeno delle persone senza tetto è destinata a crescere nelle città e oltre, mentre i governi decidono come meglio rispondere al danno economico creato dalla pandemia. Nel Regno Unito, il Governo ha già fatto sapere che probabilmente abbraccerà un’altra serie di politiche di austerità e taglierà la spesa pubblica. Questo minerà i progressi fatti dai governi locali per affrontare il problema dei senzatetto attraverso la costruzione di alloggi sociali e politiche di tipo “Housing First”. Queste politiche espongono le generazioni future ad un rischio maggiore di essere senza dimora fissa. I Verdi possono giocare un ruolo vitale nel resistere a queste tendenze a livello nazionale ed europeo, mentre fanno la differenza a livello locale dove hanno potere.

Tradotto in collaborazione con la Heinrich Böll Stiftung Parigi, Francia.