Con l’aumentare del costo della vita, chi affitta un alloggio deve farsi carico di canoni d’affitto elevati e, allo stesso tempo, dei costi indotti da un isolamento termico insufficiente. In Scozia, l’arrivo al governo dei Verdi è stato accompagnato da accordi con i movimenti per il diritto all’alloggio. Le idee radicali degli ecologisti stanno infine diventando legge.

La precarietà energetica è in aumento in tutta Europa. Anche prima dell’invasione russa dell’Ucraina, secondo la Commissione europea, un quarto della popolazione europea non poteva permettersi di riscaldare le proprie abitazioni in maniera adeguata. Ciò è dovuto in parte all’isolamento termico inadeguato degli alloggi in Europa, un problema particolarmente difficile da affrontare per gli affittuari privati. Nonostante esistano sussidi generosi, la rimessa a norma delle abitazioni richiede importanti investimenti economici che i proprietari delle abitazioni preferiscono spesso destinare a scelte che consentano un ritorno economico più immediato, come ad esempio l’acquisto di altre proprietà. Al fine di incoraggiare il rinnovamento degli alloggi privati destinati all’affitto, c’è bisogno di incentivi per i proprietari, ma soprattutto del bilanciamento dei rapporti di forza tra proprietari e affittuari.

In questo senso, la Scozia emerge come un esempio: nel 2014, l’unione di diverse organizzazioni ha dato vita al gruppo Living Rent, allo scopo di incentivare una consultazione con il governo sul tema degli alloggi. Pur essendo portatrice di una campagna e di richieste piuttosto di nicchia quali il controllo degli affitti, l’organizzazione è riuscita in seguito ad evolvere verso un’unione nazionale degli affittuari. Nel corso degli anni, Living Rent si è installata sul territorio scozzese organizzando la lotta per i diritti degli inquilini, tramite modalità classiche come il porta-a-porta, ed è riuscita ad ottenere piccole ma tangibili vittorie, tra cui la sospensione degli sfratti. Un successo accompagnato da una sempre maggiore influenza sull’opinione pubblica: secondo un sondaggio del 2019, il 75 per cento degli scozzesi era a favore del controllo degli affitti. Dapprima riservata ad un pubblico di nicchia, la lotta di Living Rent era diventata di senso comune.

Non solo: Living Rent è riuscita anche ad influenzare la politica istituzionale, partecipando ad eventi, alleandosi con partiti scozzesi come quello dei Verdi e integrando al suo interno esponenti politici capaci di amplificare le richieste dell’organizzazione. Al momento del picco della pandemia nel 2020, Living Rent ha acquisito riconoscimenti pubblici ancora maggiori dopo essere riuscita ad imporre al governo scozzese il blocco degli sfratti. Quest’ultima misura, nonostante fosse solo temporanea, ha avuto il merito di indicare un nuovo percorso per le politiche in favore degli affittuari, un precedente che ha giocato a favore dei Verdi scozzesi.

In occasione delle elezioni parlamentari del 2021, i Verdi hanno incluso nella propria campagna una serie di richieste per dare maggiori diritti agli affittuari. Il partito, forte di un risultato da record, è salito al potere insieme al Partito Nazionalista scozzese, facendosi portatore di un accordo di cooperazione ampiamente ispirato alle richieste di Living Rent. Tale accordo prevede, per esempio, la messa in opera del controllo degli affitti entro la fine del 2025. Nel settembre 2022, con la crisi del costo della vita che aumenta il rischio di indigenza per un gran numero di cittadini, il Parlamento scozzese ha approvato il congelamento degli affitti, accompagnando la misura con nuove forme di protezione contro gli sfratti. Il Partito Verde scozzese ha in seguito chiesto pubblicamente al resto d’Europa di seguire questo esempio.

Il blocco dei canoni di affitto e le protezioni contro lo sfratto sono politiche di buon senso per sostenere gli affittuari durante la crisi del costo della vita, ma una politica del controllo degli affitti sarebbe una misura più efficace sul lungo termine, che andrebbe ben oltre il prezzo degli affitti. Per esempio, i governi potrebbero rifiutare l’indicizzazione dei canoni di affitto per il 75 per cento degli edifici europei considerati “inefficienti” in termini di coibentazione. In termini di politiche d’intervento, la finestra di Overton si è allargata a causa della crisi del costo della vita. I partiti ecologisti di tutta Europa farebbero bene a trarne vantaggio e a spingere per politiche più radicali, che un tempo sarebbero state impensabili. L’esempio della Scozia ci insegna che, appoggiandosi a forti organizzazioni attive sul territorio, ai Verdi basta poco per raggiungere i propri obiettivi.

Traduzione Elena Pioli – Voxeurop

Tradotto in collaborazione con la Heinrich Böll Stiftung Parigi, Francia