Di fronte ad una crescente precarietà degli alloggi cittadini, nell’area urbana di Lione, in Francia, vengono prese misure di emergenza per dare un tetto alle persone senza fissa dimora o che vivono in alloggi inadeguati, nel tentativo di elaborare soluzioni a lungo termine. La mancanza di abitazioni a buon mercato che coinvolge molte città europee, però, non può essere risolta solo a livello locale.

Le principali città europee si trovano di fronte ad una crisi abitativa senza precedenti, in cui i prezzi dei terreni e delle costruzioni aumentano vertiginosamente e i sempre più alti tassi d’interesse rendono i mutui inaccessibili per molte famiglie. I più colpiti sono ancora una volta i cittadini più disagiati in termini di alloggio, che nell’area metropolitana di Lione ammontano a 20 mila persone. L’amministrazione comunale ecologista e di sinistra, eletta nel 2020, ha fatto della crisi abitativa la sua priorità.

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Quella di Lione è una delle amministrazioni locali e regionali francesi ad aver applicato il modello Housing First, che prevede di fornire alloggio ai senzatetto senza prerequisiti necessari. La rapida attuazione del piano ha permesso di fornire aiuto, ad oggi, a più di 850 persone. L’amministrazione municipale ha intrapreso la costruzione di nuovi alloggi sociali per soddisfare le tante richieste e, in alcune aree, ha congelato i progetti edilizi che non includessero la percentuale richiesta di case popolari. La città sta inoltre utilizzando gli alloggi di cui dispone per contrastare la crisi attraverso un approccio duplice: prima di tutto, sviluppando un piano urbanistico di transizione che veda l’utilizzo degli edifici al momento vacanti come alloggi temporanei per le persone senza fissa dimora; e in secondo luogo instaurando legami con gli occupanti dei suddetti immobili per fornire loro soluzioni abitative a lungo termine.

Considerati prioritari dall’amministrazione lionese, gli abitanti tra i 18 e i 25 anni dell’area metropolitana di Lione hanno ricevuto un “reddito di solidarietà” che può ammontare fino a 400 euro mensili, una misura mai vista finora in Francia. La somma si rivela tuttavia insufficiente nel caso di destinatari senza fissa dimora. Per far fronte al problema, l’ente Lyon Métropole, con il patrocinio del fondo europeo EaSI (programma per l’occupazione e l’innovazione sociale) si sta impegnando per fornire ai giovani residenti soluzioni abitative mirate e assistenza in ambito lavorativo. La lotta alla precarietà abitativa include anche di prevedere alloggi per le persone provenienti da contesti migratori, tra cui coloro che hanno dovuto lasciare il proprio Paese d’origine in cerca di asilo. Solo nell’ultimo anno, 1500 tra queste persone sono state accolte dalla città di Lione. In particolare, molti sono stati i casi di giovani facenti appello in tribunale per essere riconosciuti in quanto minori. Lavorando a stretto contatto con l’Ong Le MAS e forte di finanziamenti statali, l’amministrazione della città ha potuto fornire alloggi a 92 giovani migranti. Le madri sole con figli sotto i tre anni sono state accolte in piccole abitazioni in due diverse aree. Una terza, denominata Les Grandes Voisines e finanziata sia da Lyon Métropole che dallo Stato francese, ha lo scopo di promuovere l’integrazione dei migranti attraverso il lavoro. Nonostante gli sforzi di Lyon Métropole per fornire soluzioni abitative alle persone senza fissa dimora, il problema è ben lontano dall’essere sradicato. Per fronteggiare davvero i problemi di precarietà abitativa, il governo francese deve impegnarsi a sviluppare un programma di Housing First più ambizioso. Alle città non servono solo fondi europei per ampliare il raggio d’azione dei progetti: la sicurezza abitativa deve diventare un obiettivo chiave a livello europeo. L’Europa si trova di fronte ad un’ottima opportunità per sviluppare la sua nuova agenda sociale e urbanistica.

Questo articolo fa parte di una serie sulle soluzioni proposte dai governi ecologisti in Austria, Belgio, Croazia, Francia e Scozia per far fronte alla crisi sociale.

Traduzione Elena Pioli – Voxeurop

Tradotto in collaborazione con la Heinrich Böll Stiftung Parigi, Francia