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Il progetto dei Verdi per il welfare austriaco è di superare il modello basato sul male breadwinner per andare incontro ai problemi attuali, dai cambiamenti climatici all’invecchiamento della società. Il recente susseguirsi di crisi, dalla pandemia ai tagli dell’energia, ha mostrato ancora una volta quanto il bisogno di questo tipo di riforme sia pressante.

L’Austria è un esempio di Stato sociale conservatore e corporatista. In seguito all’esperienza nazionalsocialista, i leader della Seconda Repubblica austriaca hanno tessuto solidi legami tra datori di lavoro e sindacati, alla base della crescita economica registrata fino agli anni Ottanta. Questi accordi hanno permesso all’Austria, uno Stato piccolo che dipende dalle economie dei suoi vicini più grandi, di istituire un sistema di welfare che ha dato benessere a larga parte della popolazione.

Nonostante ciò, l’inclusione economica per le persone delle classi operaie non è riuscita a risvegliare l’interesse per le mobilizzazioni sociali o la partecipazione politica. Il welfare austriaco, inoltre, è rimasto ancorato ad un modello di società che fatica ad adattarsi alle realtà odierne. Le famiglie in cui i padri lavorano ricevono supporto, mentre le persone più al margine sono tacciate di essere responsabili dei propri problemi. Le misure di protezione sociale, destinate ai capifamiglia, sono spesso negate ai singoli individui. Sussidi a bassa soglia sono disponibili per contrastare l’esclusione sociale causata da violenze, debiti, malattie e disabilità, ma manca una maggiore collaborazione intra-istituzionale su questi temi.

Questo modello di protezione sociale mal si accorda con il contesto austriaco odierno. Il numero di persone che svolgono lavori precari o stagionali è il più alto di sempre, la convivenza al di fuori del matrimonio è in crescita, e con una società che invecchia la cura degli anziani (così come dell’infanzia) è ancora considerata un compito riservato alle donne casalinghe. Di conseguenza, le persone dedite al lavoro di cura hanno uno status sociale basso e sono mal retribuite.

Allo stesso tempo, la struttura stessa del sistema di welfare austriaco rende difficile adattarlo a cambiamenti quali l’imminente catastrofe climatica e le conseguenze negative della dipendenza energetica dell’Europa nei confronti della Russia. I Verdi sono entrati al governo nel gennaio 2020, poco prima dello scoppio della pandemia e proprio al momento in cui questi argomenti entravano nella sfera della coscienza pubblica.

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Le priorità dei Verdi per il welfare austriaco erano: aumentare il livello di finanziamenti pubblici destinati a contrastare la povertà, integrare gli individui marginalizzati nella società, e migliorare la collaborazione tra le istituzioni sociali. Il partito Verde inoltre era particolarmente intenzionato a mettere in pratica programmi di transizione equi e a creare resilienza contro la marginalizzazione, oltre che a promuovere misure per contrastare il declino del tenore di vita della classe media. Ma il Covid-19 è arrivato, scombinando i piani.

Subito dopo la pandemia, il governo ha identificato 700 mila soggetti (circa l’8 per cento della popolazione) vulnerabili e pertanto destinatari dei sussidi. Le difficoltà burocratiche nel raggiungere queste persone hanno messo in luce le falle nel sistema. Rapidamente sono stati implementati orari di lavoro ridotti, e le famiglie con figli hanno potuto beneficiare di aiuti extra in aggiunta alle indennità già esistenti per le famiglie. I lavoratori indipendenti e le imprese, però, non sono stati raggiunti abbastanza in fretta. L’Austria è uscita, in fin dei conti, piuttosto bene dalla pandemia: dalla primavera 2022 il Paese registra dati record in termini di impiego e lotta alla disoccupazione. La guerra in Ucraina non è riuscita ad invertire la tendenza, benché l’inflazione sia peggiorata. Eppure, la pandemia ha comunque impedito ai Verdi di approvare molte delle riforme strutturali in programma. Uno dei loro principali successi è la carbon tax, imposta a tutta la popolazione come “bonus per il clima” su base annua. In risposta all’impatto dell’invasione russa sull’inflazione, i finanziamenti aggiuntivi per le fasce più vulnerabili della popolazione sono stati aumentati ed è stato introdotto un supporto per il pagamento delle bollette dell’energia. Gli aumenti bruschi dei prezzi e del gettito fiscale hanno messo in luce la necessità di utilizzare in maniera più efficace dei sussidi supplementari. Da un lato, questi ultimi devono essere rivolti a tutte le fasce della popolazione per garantire che più persone possibili continuino a usufruire di strumenti e strutture pubbliche quali il sistema sanitario, i fondi per la disoccupazione, il sistema pensionistico e altre forme di assicurazione contro la povertà e la marginalizzazione, con un sistema basato sulla solidarietà. Dall’altro, era importante (se non altro per i Verdi) assicurarsi che le persone a reddito più basso e quelle a rischio di marginalizzazione non fossero lasciate indietro.

Sono state quindi varate alcune misure: le soglie fiscali aumenteranno automaticamente ogni anno di due terzi del tasso di inflazione, mentre gli sgravi fiscali per i redditi più bassi e i sussidi sociali e per le famiglie saranno modificati annualmente sulla base dell’inflazione a partire dal 2023. Il bonus clima del 2022 è stato quintuplicato, ed è stato introdotto un “freno sul prezzo dell’energia” per incoraggiare gli utenti a ridurre i consumi. Inoltre, importanti aiuti saranno destinati alle aziende che passano a modelli di produzione più energeticamente efficienti.

I Verdi sono entrati al governo austriaco con l’obiettivo di portare un cambiamento sia ecologico che sociale. Scopo del partito è dare ai cittadini più libertà e creatività riformando la previdenza sociale, e utilizzare al meglio il margine di manovra dell’Austria (tra le società più ricche del mondo) per contrastare i cambiamenti climatici. La pandemia ha stravolto le regole del gioco, rendendo questi problemi impossibili da gestire tutti nello stesso momento. Ciononostante, in termini di previdenza sociale, il governo è stato capace di potenziare i sussidi finanziari per i più vulnerabili, adeguando le prestazioni sociali e iniziando a considerare le politiche sociali ed ambientali come un tutt’uno.

Ancora troppe persone in Austria sono a rischio di povertà e marginalizzazione. Le istituzioni di welfare che dovrebbero aiutarle devono ancora imparare a lavorare insieme. La buona notizia è che si è già iniziato, a piccoli passi, a rendere questo progetto realtà.

Tradotto in collaborazione con la Heinrich Böll Stiftung Parigi, Francia