Le reti di associazioni religiose create dalla destra cristiana degli Stati Uniti, i cattolici militanti in Europa, gli ultraortodossi e gli oligarchi in Russia stanno aumentando la loro influenza nel mondo. Spacciandosi come protettori dei “valori della famiglia”, si battono per comprimere i diritti conquistati dalle donne e dalle minoranze sessuali e incentivano l’instabilità nelle democrazie di tutto il mondo. Dopo due anni di indagini, Klementyna Suchanow svela il sostegno che ricevono dal Cremlino e la concreta minaccia che rappresentano per la democrazia.

Krystyna Boczkowska: Il suo libro This is War. Women. Fundamentalists and the New Middle Ages è il risultato di un’approfondita indagine giornalistica sulle organizzazioni religiose fondamentaliste e le loro reti. Ha cominciato il suo lavoro quando il nuovo governo polacco di estrema destra, guidato dal partito Diritto e Giustizia, voleva approvare una legge ideata dall’organizzazione religiosa Ordo Iuris per mettere completamente al bando l’aborto. La scelta di scrivere il libro è stata determinata da questi eventi?

Klementyna Suchanow: Assolutamente sì. Prima mi occupavo di studi letterari, ho scritto la biografia dello scrittore polacco Witold Gombrowicz. Nell’autunno del 2016 è stato presentato al Sejm (la camera bassa del parlamento polacco) il progetto “Stop aborto”. Come molti altri sono scesa in strada a protestare. Mi sono unita allo Sciopero delle Donne, movimento dietro le massicce proteste che si sono svolte negli ultimi anni. Per il mio lavoro di ricerca, ho cominciato a tenere conto delle legislazioni che in diverse parti del mondo osteggiano le donne e la comunità LGBT. Mi ha colpito che le donne polacche, argentine e più tardi anche sudcoreane affrontassero problemi simili, così mi sono messa a studiare la questione in modo più metodico.

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Le organizzazioni fondamentaliste stanno sviluppando le loro reti e ramificazioni in tutto il mondo. Fra queste ce ne sono alcune molto attive in Europa come CitizenGo, El Yunque, Tradizione, Famiglia, Proprietà (TFP), il Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families – WCF) e Agenda Europe. Nel 2013 è entrato in gioco il presidente Putin che, dopo essersi alleato con la chiesa ortodossa, è diventato “leone della cristianità”. Può farci un quadro generale di questi movimenti e del loro ruolo in questa lotta per il potere in mezzo mondo?

La prima cosa da tenere presente è che il Cremlino si è infiltrato estesamente negli enti che promuovono valori conservatori al di fuori della Russia a partire all’incirca dal 2012. Ve ne sono tracce ovunque, nella polacca Ordo Iuris come nella francese La Manif Pour Tous. All’inizio organizzavano proteste spontanee contro i matrimoni dello stesso sesso, e poco dopo sono subentrati personaggi legati al Cremlino, come il capo del WCF, Brian Brown.

Il WCF gioca un ruolo importante in questa storia. Si tratta di un congresso annuale che riunisce gruppi fondamentalisti e varie chiese di tutto il mondo. Nacque a Mosca nel 1995 dopo una serie di colloqui fra il sociologo americano Allan Carlson e il sociologo russo Anatoly Antonov. Carlson fu invitato a Mosca all’improvviso. Si è scoperto che il WCF – soprattutto negli ultimi anni – ha risposto benissimo agli obiettivi politici russi. Un ottimo esempio è il congresso tenutosi a  Verona nel marzo del 2019, che di fatto si è trasformato in un comizio elettorale di Matteo Salvini e Giorgia Meloni in vista delle Europee.

Il Cremlino si è infiltrato estesamente negli enti che promuovono valori conservatori al di fuori della Russia a partire all’incirca dal 2012.

La rete del WCF comprende la spagnola CitizenGo, nata nel 2013, sempre con soldi russi. È una piattaforma per petizioni online attiva soprattutto in Africa, dove conduce attività dall’etica dubbia. Ciascuna organizzazione facente parte del WCF può sfruttarne la rete per scambiarsi tattiche e idee per le raccolte fondi, le campagne e la strategia social. È intorno al 2013 che i membri del WCF hanno cominciato a pianificare i loro attacchi contro i diritti umani e a metterli in pratica in modo sistematico, conquistando sempre più appoggi presso i governi, le istituzioni pubbliche, la Corte suprema statunitense e l’ONU.

Uno dei principali sponsor dell’organizzazione, Vladimir Yakunin, oligarca ortodosso e amico di Putin dai tempi del KGB, ha portato avanti le sue attività di spionaggio a Berlino, dove ha aiutato il WCF a trovare un aggancio con le élite conservatrici. È curioso che, pur essendo oggetto delle sanzioni americane, l’Europa non si sia mossa contro di lui, né nel 2014 né ora. La Russia ha iniziato a sfruttare questo canale “religioso” per i propri scopi politici. Mentre Putin chiama “Satana” l’Occidente e ha fatto scoppiare la guerra In Ucraina, crediamo ancora ingenuamente che queste siano solo “guerre culturali” o che l’aborto sia una questione morale. Con il mio libro cerco di mostrare che aleggia questa minaccia sull’ordine democratico mondiale e sui diritti umani.

Quali sono gli obiettivi di queste organizzazioni? Sembrano avversare soprattutto le donne, ma i loro programmi sono molto più vasti.

La loro posizione sui diritti delle donne è spesso ritratta come “ideologica”. Con la mia ricerca ho scoperto però che la loro posizione rientra in un obiettivo più ampio. Il loro piano era scatenare una guerra totale in difesa delle loro convinzioni nel 2013 e raggiungere l’obiettivo nel 2023. Pur avendo complessivamente fallito, hanno riportato dei successi negli Stati Uniti, in Polonia e in Africa.

Adesso si stanno concentrando sulla limitazione o la messa al bando dell’aborto, sull’obiezione di coscienza per medici e farmacisti, sulla cancellazione dei fondi per la contraccezione, sulle restrizioni all’accesso ai contraccettivi e – in ultima istanza – sul loro ritiro dal mercato. Fra i prossimi obiettivi ci sono la comunità LGBT, l’eutanasia e il divorzio. Gli stessi gruppi che promuovono il divieto all’aborto hanno preso parte alle campagne no-vax, hanno appoggiato Donald Trump, negano il riscaldamento globale e sostengono che la guerra in Ucraina è colpa della Nato. Non dimentichiamo che tutte le azioni mirate a fomentare conflitti nelle nostre società sono utili alla Russia.

L’attuale ordine mondiale sta andando nella direzione dell’autoritarismo. È il pericolo principale insito in questi movimenti, che può assumere forme diverse in diverse parti del mondo. Quasi ovunque, all’inizio le cose sembrano muoversi piano piano, ma col tempo queste attività si intensificano e portano all’autoritarismo.

La Russia è un esempio perfetto di quanto è facile cambiare la gerarchia del diritto: Putin ha deciso di mettere la costituzione nazionale al di sopra del diritto internazionale, togliendo alle persone arrestate con la legislazione anti-gay di appellarsi alle istituzioni internazionali. Ciò dimostra quanto può essere breve il passo che porta dall’approvare, nel 2012, una legislazione anti-gay al sottrarsi al diritto internazionale che protegge i diritti umani fondamentali, fra cui quelli delle persone LGBT.

Non dimentichiamo che tutte le azioni mirate a fomentare conflitti nelle nostre società sono utili alla Russia.

Il suo libro parla soprattutto di Europa e Americhe, ma c’è una situazione simile in tutto il mondo?

Ne sono convinta. Non so con esattezza come stiano le cose in Asia, perché il sistema religioso è diverso e ci sono contesti locali molto diversificati. Per esempio, il cosiddetto Occidente sta facendo i conti con il declino demografico, mentre in Africa e in gran parte dell’Asia la situazione è diversa. In Africa, le organizzazioni fondamentaliste sono molto forti e sono responsabili della promozione di leggi molto più restrittive, che comprendono anche la criminalizzazione dell’omosessualità. L’Africa è bersaglio di attacchi feroci, e la situazione in Paesi come l’Uganda e il Ghana è molto grave. Tuttavia, l’Europa, gli Usa e l’America Latina restano gli obiettivi principali di tali attacchi.

Attività condotte su così larga scala richiedono un finanziamento sistematico. Chi le foraggia?

Sappiamo che le loro casse sono piene. Molti soldi arrivano da fondi conservatori statunitensi o russi – come svelato da una fuga di email di CitizenGo. Le fughe di notizie sono la fonte principale di informazioni sui finanziamenti di queste organizzazioni. Sappiamo anche che ricevono pagamenti legati al riciclaggio di denaro sporco. Per esempio, l’ex europarlamentare Luca Volontè fu sospettato e accusato di aver raccolto soldi riciclati in Azerbaijan e per convogliarli in enti antiabortisti di Paesi come la Polonia, l’Irlanda e l’Ungheria. [Ndr: il processo per corruzione internazionale in cui era coinvolto è caduto in prescrizione nel 2022].

La Russia ha finanziato partiti di destra direttamente come nel caso del Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia o attraverso una compravendita di gas nel caso della Lega di Salvini. Non parliamo più di valigie piene di contanti. Sono diffuse anche le azioni di crowdfunding da parte di donatori anonimi che fanno sembrare tutta l’operazione una mobilitazione dal basso. Attività simili vengono portate avanti dall’associazione brasiliana Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), da Ordo Iuris e da CitizenGo. E non scordiamoci delle criptovalute.

I fondamentalisti vogliono tornare a un sistema medievale in cui donne, persone LGBT e minoranze non godono degli stessi diritti del resto della popolazione.

Negli Stati Uniti le associazioni fondamentaliste che hanno lo status di organizzazioni di beneficenza sono esentate dalle tasse. Ma le loro attività non rimangono entro i confini Usa. Fra il 2008 e il 2019, almeno 80 milioni di dollari sono stati inviati in Europa da facoltose famiglie come Koch, DeVos o Prince.

Questi fondi non sono trasparenti. Definire il quadro d’insieme non è facile perché l’opinione pubblica è completamente all’oscuro sia del denaro che della sua provenienza. Anche quando queste associazioni parlano di loro stesse, spesso viene fuori che divulgano notizie false, com’è il caso di CitizenGo. Una fuga di email ha dimostrato che le informazioni su singoli donatori diffuse dal Ceo della società, Ignacio Arsuaga, erano false. Si è scoperto così che l’oligarca Konstantin Malofeev aveva donato 100.000 euro. Ma allo stato attuale non conosciamo a quanto ammontano questi fondi a livello globale.

Il suo libro suggerisce che gli ultra-conservatori stiano ingaggiando una guerra culturale contro l’attuale ordine mondiale. Che tipo di ordine vogliono creare le organizzazioni descritte nel suo libro?

Ho sentito dire “Questa è una guerra” in tante lingue diverse. Ho pensato che se loro, ma non noi, definiscono in questi termini lo status quo, allora forse non capiamo davvero cosa sta succedendo. I fondamentalisti vogliono tornare a un sistema medievale in cui donne, persone LGBT e minoranze non godono degli stessi diritti del resto della popolazione. Un sistema in cui i ricchi sono più alti nella gerarchia sociale e l’istruzione è appannaggio solo dei benestanti. Ai poveri in fondo non serve perché il loro compito è solo fornire forza lavoro. L’istruzione parentale viene preferita perché il bambino può essere plasmato come si vuole, lontano dall’influenza dei valori egalitari.

Qual è il legame fra questo nuovo ordine e il “nuovo Medioevo”?

Per come viene affrontata la questione dell’aborto in Polonia, si sente dire spesso che ci troviamo di fronte a idee riesumate dal Medioevo. Se guardiamo le radici filosofiche di questi movimenti notiamo che in alcuni casi – come quello della TFP brasiliana – il fondatore, Plinio Corrêa de Oliveira, ha dato alle stampe una serie di pubblicazioni che lodano le gerarchie sociali di quell’epoca. Corrêa de Oliveira deprecava l’ordine globale seguito alla Seconda Guerra Mondiale, e in particolare la rivoluzione sessuale del 1968. Altro suo bersaglio era il diritto di voto conquistato dopo la Prima Guerra Mondiale in diversi Paesi europei una volta rovesciate le monarchie.

Ma Corrêa de Oliveira si spinse anche più indietro nel tempo, sminuendo conquiste capitali della Rivoluzione Francese come l’uguaglianza, e quella fra le persone in particolare. Ci sono gli eletti e quelli che devono essere servi. Le sue invettive non si fermavano qui, perché rigettava in toto tutto l’Illuminismo. Alla fine approdava al Medioevo per sostenere che la monarchia è l’unico regime valido.

Quindi parlare di un ritorno al Medioevo quando si scende in strada o sui media non è un’esagerazione: rientra proprio nell’ideologia di queste organizzazioni.

Lei conclude l’introduzione del libro con un’affermazione ottimistica: la libertà vincerà. Alla luce di eventi recenti come la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina, le restrizioni all’aborto in Polonia, è ancora ottimista?

In questo contesto – quando assistiamo a quello che accade in Ucraina – può essere difficile immaginare uno scenario simile. Ma se guardiamo le cose secondo una prospettiva storica, penso che i conservatori stiano facendo un grosso sbaglio, che gli costerà caro. Alla fine la situazione volgerà a nostro vantaggio. Non è questione di ottimismo, ma di processi che sono attualmente in corso.

La lotta ai fondamentalisti porta a una massiccia mobilitazione dal basso e al rafforzamento dei valori progressisti. La Polonia è un esempio perfetto: Ordo Iuris e la sua battaglia contro l’aborto legale hanno il sostegno di appena il 12 per cento della società e sono osteggiati quasi dal 70 per cento della popolazione. C’è stato un progresso enorme, perché solo pochi anni fa il sostegno al diritto all’aborto si aggirava intorno al 40 per cento. Con questo livello di appoggio pubblico, credo che quando non sarà più in carica l’attuale governo saremo catapultati in un Paese completamente diverso.

Attraversiamo un momento difficile, ma non riesco a credere che l’esito finale non sarà una svolta in senso più progressista della società. L’unico punto interrogativo è cosa succederà al Cremlino e quanto la Russia vorrà interferire nella politica degli altri Paesi diffondendo disinformazione e finanziando le organizzazioni che si prestano ai suoi giochetti geopolitici.

Il suo libro è un monito alle donne di tutto il mondo. La consapevolezza è il primo passo. Ma come portare avanti la lotta?

Il primo passo è avere coscienza del problema. Il secondo? Andare dai politici e risvegliare anche la loro consapevolezza. È abbastanza sorprendente che chi occupa i gradini più alti della scala del potere non venga informato dai servizi di intelligence di questa minaccia: pur sembrando normali associazioni conservatrici, queste organizzazioni risentono molto delle influenze straniere – e le tracce sono tantissime. È un problema di sicurezza nazionale. Un consiglio da amica? Una mobilitazione continua, necessaria per quanto stancante (parlo per esperienza personale). Non deve tradursi in proteste permanenti, ma in uno spazio di azione individuale. Una simile mobilitazione dal basso ci permetterà di monitorare e reagire agli eventi nel mezzo di una gravissima crisi politica. Dobbiamo guardare le mani dei politici – soprattutto quando si tratta di sapere chi li finanzia, dato che la politica al giorno d’oggi è guastata dalla corruzione. Un modello che chi vive al Cremlino conosce bene. Come sostengono i servizi segreti americani, all’incirca dal 2013 la Russia ha investito oltre 300 milioni di dollari per sostenere partiti e movimenti politici responsabili delle crisi politiche a cui stiamo assistendo.

Traduzione Laura Bortoluzzi – Voxeurop